Itinerari

Itinerario naturalistico

Il Monte Serra, posto alle spalle del paese, è una parte fondamentale del territorio Viagrandese. Le origini del Monte Serra sono molto antiche e risalgono ad una delle tante eruzioni scaturite dai fianchi dell’Etna nel corso della sua storia millenaria. Molte di queste eruzioni hanno determinato la formazione dei coni avventizi, i primi edifici vulcanici che circondano tutta la montagna.È un conetto avventizio, originatosi in seguito ad un’eruzione di probabile natura “eccentrica”, questo tipo di eruzione avviene quando il condotto di risalita del magma è completamente indipendente da quello del cratere centrale. Mentre dalla bocca effusiva appena apertasi scaturiva una colata lavica che si riversò a valle (su di essa secoli dopo venne edificato il paese di Viagrande), dalla bocca esplosiva, l’apertura craterica posta più in alto, fuoriuscivano gas e lapilli. Il Monte Serra è uno dei conetti più distanti dal cratere centrale dell’Etna e in assoluto il più vicino al mare.Negli ultimi secoli il paesaggio del Monte Serra, con l’insediamento dell’uomo e delle sue attività agricole, si è progressivamente modificato e della vegetazione originaria sono rimasti solo alcuni lembi residui, distribuiti irregolarmente.Il Parco è stato realizzato non solo conservando gli spazi verdi esistenti, ma anche effettuando interventi di restauro ambientale; sono state infatti progettate nuove aree a vegetazione naturale nelle zone maggiormente degradate. Allo scopo di ricostituire quella che un tempo era la vegetazione originaria del Monte sono state messe a dimora piante appartenenti a specie tipiche del bosco e della macchia mediterranei.Nell’area didattica sono presenti esemplari di tutte queste specie che possono essere tranquillamente osservate. Tutti i versanti del monte sono facilmente percorribili grazie ad una serie di percorsi che ne costeggiano i fianchi e ne risalgono i pendii fino all’orlo dell’antico cratere. Il punto più alto (558,5 metri) si può raggiungere anche con una lunga e ripida scalinata; con 344 gradini la scala porta direttamente dalla base del monte fino alla vetta. Da qui, soprattutto nelle giornate più limpide, si può godere un magnifico panorama: il mare e la costa, i centri abitati e le campagne, i conetti avventizi, i boschi, l’Etna.Il percorso offre inoltre ai visitatori aree attrezzate per la sosta, sentieri natura e piste per mountain bike, parco giochi; vanta ancora la presenza del “sentiero dei profumi”, un percorso didattico per non vedenti con pannelli in Braille, in collaborazione con ARPA Sicilia.Durante l’inverno i pendii caldi e soleggiati offrono ospitalità a varie specie animali, dal coniglio selvatico ai piccoli passeriformi svernanti. Nelle mattinate di sole è un continuo andirivieni di uccelletti alla ricerca di cibo, dall’Occhiocotto al Santimpalo al Codirosso spazzacamino, alla più rara Averla capirossa la cui presenza è indice di un ambiente poco inquinato. In primavera ed estate la vetta del monte è animata dal volo radente dei Rondoni in cerca di prede. Gli insetti sono numerosi e non sono poche le specie interessanti, in particolare le farfalle, richiamate dalle abbondanti fioriture. All’interno del Parco vi è la “Casa delle farfalle”, dove vengono ospitati diversi esemplari di questi magnifici e colorati insetti. Tra le specie presenti troviamo anche i lepidotteri che in natura vivono negli ambienti tropicali. Chi si reca a visitare la Casa delle farfalle si trova immerso nell’affascinante mondo dei lepidotteri all’interno di una serra tropicale tra centinaia di farfalle in volo e potrà apprezzarne le varietà di forme e colori, scoprirne i particolari del loro ciclo vitale e capire i legami con l’ambiente naturale.

A Viagrande si può visitare il Museo dell’Etna, all’interno del quale sono presenti percorsi didattici interattivi, modelli tridimensionali a grande scala, gigantografie, immagini satellitari e una ricca collezione di rocce e minerali vulcanici. Un vero e proprio viaggio all’interno della Terra per scoprire come nascono i vulcani e sperimentare l’eruzione dal vivo, l’Etna e la sua storia, i miti e le leggende. La sua evoluzione, gli aspetti naturalistici, le grotte vulcaniche, i prodotti tipici.

Itinerario rurale

MONTE CATARATTE: Se consideriamo che in passato i torrenti erano utilizzati come camminatura, la contrada a nord di Viagrande risulta ricca di cammini. La zona è stata sconvolta da devastanti eruzioni laviche che ne hanno modificato il paesaggio e le vie. L’architettura degli edifici rurali qui presenta forme proprie. Le “casedde” intorno a Monte Cataratte chiamato anche Salto del Corvo, sono costruite alternando mattoncini di cotto a pietra lavica. Inoltre, molte hanno all’esterno pergolati poggiati su notevoli colonne di materiale povero. Resti di costruzioni romane sono stati scoperti nella zona.
VIA MONTE ILICE: La nostra passeggiata inizia dal Torrente Fondachello, lungo il quale erano in passato presenti dei fondaci (ricoveri per viandanti e animali), a cui appartengono alcune colonne con funzione di pergolato. Il fondo di via Monte Ilice, leggermente convesso, presenta scanalature longitudinali (quasi rotaie scavate per la guida dei carri), causate anche dalle alluvioni. Le tecniche adottate ricordano le strade romane. Le mura della via sono rivestite con calce e pietrame. Vicerè e contadini passavano da qui per raggiungere i boschi di Cassone. Su un pianoro panoramico con cisterna sorge Casa Cusmano. Dalle mura costruite per sovrapposizione, sporgono degli eleganti scolatoi in pietra lavica sotto la cornice. Qui si trova un palmento che accoglie ancora le operazioni di pigiatura dell’uva e fermentazione del mosto durante la vendemmia.
GLI EVENTI BELLICI DEL 1943: Proseguendo su via Monte Ilice si incontrano le vigne del Salto del Corvo, protette da imponenti muri muniti qua e là di fessure. Una rasula (privata) porta alla Grotta di San Giovannello. Qui nell’agosto del 1943, si rifugiarono molto abitanti per sfuggire ai bombardamenti alleati. In questa contrada di verificò la resistenza di milizie fasciste e pattuglie tedesche della divisione H.Goering, che coprivano la ritirata sullo stretto rallentando l’avanzata degli alleati inglesi. I quell’anno nella chiesa di Fleri (sorta nel 1860 per volere della baronessa Francica Nava, madre del futuro Vescovo) furono custodite le reliquie di S.Agata ed altri arredi sacri del parroco don Ignazio Messina, già canonico della Collegiata di S. Biagio di Viscalori.
SAN GIOVANNELLO: Qui, lontano dalle incursioni arabe, sorgeva la ecclesia di S. Giovanni Paparumetta (e il probabile monastero bizantino). La chiesa fu distrutta dalle scosse di terremoto dell’eruzione del 1329 che originò il cono di Monte Rosso. Rimane un altarino e una stampa all’interno raffigurante un infante Battista col bastone del pellegrinaggio, accompagnato dall’agnello; un’epigrafe voluta dal Cardinale Dusmet nel 1891; alcune masserie attorno (fino a qualche tempo fa tutte col caratteristico intonaco rosso).

Itinerario enogastronomico

LA VITICOLTURA: Le terre di Viagrande, per la buona posizione geografica e la felice alternanza di dolci declivi collinari e pianure, vengono da molti secoli coltivate principalmente a vigneti, oltre che a frutteti. Proprio queste contrade erano le Vigne di Catania. La presenza nella zona di numerosi monasteri ha certamente contribuito, durante e dopo il Medioevo, alla coltivazione della vite e alla produzione del vino (indispensabile, tra l’altro, per le celebrazioni eucaristiche). D’altronde anche quando il seguito altre produzioni furono maggiormente incentivate. La vite rimase sempre la coltivazione più diffusa sia nei piccoli appezzamenti sia nelle grandi proprietà fondiarie. Il territorio a Nord e a Est del paese ospita i vigneti che, come ebbe modo di notare Giuseppe Recupero qualche secolo fa, sono talmente ben coltivati da sembrare giardini. Tra le tecniche agronomiche prevale la caratteristica coltivazione della vite ad alberello, in terreni terrazzati se il terreno si presenta particolarmente scosceso. I pregi di tale impianto sono numerosi: consente la coltivazione anche in terreni non facilmente accessibili; altezza contenuta della pianta per difendersi dalle forti temperature estive, visto inoltre che si tratta di impianti non irrigui; sistema di potatura che garantisce rese ottimali di uva. L’impianto a spalliera è maggiormente praticato in grosse proprietà, e incide significativamente sulla quantità di uva prodotta per pianta. Le caratteristiche pedologiche e l’esposizione ai raggi del sole di questo versante etneo conferiscono alle uve un alto contenuto zuccherino e ricchezza di aromi. Infine, le ottimali condizioni di temperatura e la scarsa piovosità rendono non necessari gran parte degli interventi antiparassitari, e le uve giungono a maturazione in condizioni pressoché biologiche. La vendemmia, da queste parti, si svolge alla fine di settembre. E’ possibile partecipare alle varie fasi dell’evento durante la sagra della vendemmia organizzata dal Comune nel vecchio palmento della villa comunale.
IL NERELLO MASCALESE:Lo sviluppo di un vigneto passa attraverso l’innesto del vitigno sul portainnesto. Ogni anno, alla fiera che si tiene in occasione della festa di S.Mauro (15 gennaio, periodo in cui cominciano i lavori nel vigneto dopo la pausa invernale), viene venduto l’americano, la vitis vinifera introdotta in Italia agli inizi del Novecento per combattere la fillossera che attaccava la vite nei primi anni di vita. La messa in terra di questo ibrido garantisce maggiore robustezza e resistenza della vite alle malattie. Il principale vitigno che consente la produzione di vino Etna Rosso Doc è il Nerello mascalese (e, in percentuali minori, anche il Nerello Cappuccio, il Cataratto e il Carricante). Il vino che si produce è di corpo robusto ed emana intensi profumi. Ha una media-alta gradazione alcolica, spesso al di sopra dei 12-13 gradi, che garantisce una buona conservazione naturale e durata.